lunedì 13 maggio 2013

Effettistica: Il Compressore

Inizia con questo articolo, una serie di approfondimenti sul funzionamento e sull'utilità degli effetti per chitarra elettrica più diffusi. Iniziamo con il Compressore.

IL COMPRESSORE

Pochi effetti causano più confusione dell'utilizzo di un compressore: un suo buon utilizzo, può portare il suono della chitarra ad "uscire dal mix" e a renderlo più consistente. Al contrario un suo cattivo utilizzo può contribuire a rovinare anche il più bello dei suoni.

Come funziona un compressore?

La prima cosa fondamentale da capire è che il compressore taglia i picchi di volume di ogni nota e le rende tutte più silenziose. Può sembrare un controsenso visto che spesso la compressione viene associata al concetto di boost di volume. In realtà quando questo effetto viene utilizzato per amplificare il segnale, non è propriamente il circuito di compressione che permette ciò. Questo lo vedremo tra un attimo.

La compressione lavora "agganciando" la parte della forma d'onda con maggiore ampiezza (cioè con più volume) e ne riduce il guadagno, riportandola al livello delle parti della forma d'onda con minore ampiezza (cioè meno volume).
I controlli della compressione sono quindi strutturati in modo da poter decidere:

   1) Quale parte della forma d'onda vuoi rendere più silenziosa (Threshold)
   2) Quanto silenziosa vuoi che diventi la forma d'onda (Ratio)
   3) Quando vuoi che agisca la compressione durante la pennata (Attack e Release)



Vediamo ora più approfonditamente il ruolo di ogni controllo di un compressore:

LEVEL: Qualche riga fa, vi avevo accennato al fatto che la compressione taglia i picchi di volume di ogni nota (come potete vedere nell'immagine in alto), quindi ogni circuito di questo genere, ha bisogno di uno stadio post-compressione, che riporti il guadagno del segnale a livelli accettabili. In poche parole un effetto compressore, ha sempre uno stadio di compressione in ingresso e un gain recovery in uscita per ovviare al taglio di volume che provoca la compressione stessa.

THRESHOLD: E' il livello di soglia oltre il quale il compressore comincia a ridurre il guadagno della forma d'onda. (nella foto in alto potete farvi un'idea visiva).

RATIO: E' il Rapporto di compressione, di solito indicato come 3:1, 4:1 ecc... Per la chitarra elettrica il più diffuso rapporto di compressione è il 4:1. Questi 2 numeri indicano semplicemente di quanti decibel viene attenuato il segnale una volta superato il Threshold. Ad esempio 4:1 vuole indicare che un picco di segnale di 4db oltre il Threshold, viene attenuato di 1 db. Limitare in maniera troppo marcata può causare delle distorsioni. Alti rapporti di compressione rendono l'effetto meno marcato.

ATTACK e RELEASE: Questi sono 2 parametri fondamentali del compressore e vanno ad incidere sulla lunghezza del ritardo che intercorre tra un segnale che oltrepassa il threshold e che viene compresso e, quanto si vuole che duri nel tempo la compressione stessa. L'utilizzo accorto di questi 2 controlli rende possibile l'aumento o la diminuzione dell'attacco di una nota e l'aumento o la diminuzione del sustain.

I classici pedali di compressione: MXR Dynacomp, Ross Compressor ecc... Hanno 2 soli controlli, Level e Threshold che spesso vengono chiamati diversamente sulle grafiche dei pedali. L'attack e il Release venivano fissati internamente da delle resistenze, così come il rapporto di compressione (spesso di 4:1).
Qualche anno più tardi, sempre su base circuitale Ross e MXR, venivano messi in commercio diversi compressori con il terzo controllo di Attack, come il Boss CS-2, l'Ibanez CP-9, i quali rendevano variabile (potenziometro esterno) la resistenza interna che settava l'Attack sul Ross.
Arriviamo infine al "Santo Graal" dei compressori valvolari da studio: L'Urei Teletronix La-2A che è da svariati anni lo stato dell'arte dei compressori.

Le domande sono sempre ben accette